Los desastres y la fotografía de guerra
Venerdì 21 settembre 2012 - Ore 19:00 - Sala dell’Instituto Cervantes di Roma - Piazza Navona 91 - Ingresso libero
Goya concepì la serie di incisioni intitolata I disastri della guerra (1810-1820) come un discorso pacifista, e con esse denunciò la barbarie di entrambe le parti di una contesa. Quest'opera nacque in seguito alla visita delle rovine di Saragozza, causate dall’assedio al quale era stata sottoposta la città da parte delle truppe francesi, e dove si era recato per invito del generale Palafox per testimoniare l’eroica difesa. Tuttavia Goya preferì trascendere questo episodio della Guerra di Indipendenza spagnola di fronte all’invasione napoleonica. Decise addirittura di generalizzare le allusioni a questa guerra, rendendo atemporali le sue accuse. Il suo genio non è di parte, e riuscì a trasformare in simboli anti-bellici le azioni vissute dal protagonista, come la terribile carestia e la miseria della città di Madrid, o i racconti riferiti dai familiari, come gli squartamenti nel vicino paese di Chinchón.
Le immagini di queste stampe anticipano il linguaggio fotografico, poiché si interpretano come istantanee, in mancanza di una composizione attenta che le facesse sembrare una scena simulata o riducesse il loro messaggio penetrante. Anche le incisioni, per focalizzare la nostra attenzione sull’aspetto principale, hanno zone prive di informazione, espediente che il fotografo otterrà con la sfocatura o la luce del flash. E come rivendicherà la fotografia, Goya rafforzò il carattere documentale delle sue scene attraverso titoli come Io l’ho visto, Anche questo o Accaddecosì.
18 – 19 e 20 settembre
Ore 20:40
Teatro Vascello
Info: 06 588 10 21 – botteghino@teatrovascello.it
BÉSAME MACHO
di Pedro Villora
traduzione di Annalisa Luciani
Con Cristina Gardumi e Alessandra Guazzini
regia di Massimo di Michele
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